KUROI LIBRI – ROSEMARY’S BABY di Ira Levin

Rosemary’s baby di Ira Levin 

9788869980008_0_0_1575_80Sono entrato in possesso di questo libro in maniera del tutto inusuale, in quella terra di mezzo racchiusa tra la Prenestina e la Casilina, più esattamente in una piazza a poche decine di metri al confine con Centocelle. In questo posto si trovano: una chiesa dall’architettura di dubbio gusto, un’area pedonale dove molti ragazzini si ritrovano a giocare, un pompa di benzina e, alle estremità, due chioschi per giornali. Uno è più moderno ed è in effetti adibito alla vendita dei quotidiani, l’altro è situato all’altro capo della piazza, ed è più vecchio, riconoscibile dalla classica saracinesca in ferro. Mentre cerco il numero introvabile di un bel settimanale rosso, mi ritrovo di fronte a quella che credo l’ennesima tappa della mia ricerca. Senza osservare ciò che ho intorno, chiedo subito al proprietario il nome della rivista. Lui, con un sorriso colmo di imbarazzo, mi fa notare che mi trovo in una libreria. Dopo alcuni secondi di smarrimento, l’effetto libreria prende il sopravvento sulla piccola gaffe fatta e i miei occhi si tuffano tra i mille volumi stipati nel chiosco… in special modo sulla sezione dedicata all’usato. Scovare e comprare qualche bel libro a pochi euro è uno dei piaceri della vita. Mentre analizzo minuziosamente i volumi una voce alle mie spalle dice con un tono armonioso “Uuuh, Rosemary’s Baby!” Girandomi vedo una ragazza dai capelli rossi e con la pelle candida che mi porge il testo. “L’hai letto?” “No” “Hai visto il film?” “Neppure” rispondo automaticamente, colto di sorpresa. Dopo quel brevissimo scambio di battute, lascia cadere il libro tra le mie mani. Osservo la copertina viola e mi precipito a leggere la sinossi, anche se ho già deciso di acquistarlo. Richiudo le pagine che emanano un odore di libro usato ma non troppo vecchio e cerco la ragazza con lo sguardo. “A te è piaciu…” Se n’è andata. Mi rivolgo al proprietario della libreria.

“La ragazza?” Chiedo.

“Quale ragazza?” risponde immediatamente, lasciandosi scappare una risata dopo alcuni secondi.

“Simpatico, che fa, lavora per te?” lo provoco sorridendo. “Comunque lo prendo, anche se mi puzza di trovata pubblicitaria”

“No, no! Mai vista!” Aggiunge il volto del signore incorniciato da una quantità enorme di libri “Tie’, ti faccio pure lo sconto”

L’opera di Ira Levin è finita così tra le mie mani. Per quelli che hanno visto il film di Polansky, la trama non sarà una novità. La storia, raccontata dall’autore, è intrigante e avvincente. Il tranquillo trasloco di Guy e Rosemary Woodhouse nel cuore storico di Manhattan, bellissimo quartiere, vicini amorevoli, nonostante sul palazzo aleggino strane leggende. La narrazione si sposta sulla vita della coppia che sembra procedere nel migliore dei modi: un lavoro di successo per lui e un bambino in arrivo per lei. Degli strani avvenimenti fanno insorgere dei dubbi a Rosemary, cosa sono quei sogni angoscianti, gli insoliti dolori della gestazione e l’attenzione maniacale delle persone che la circondano? Sta lentamente impazzendo o Rosemary si trova davvero in pericolo? Ira Levin ci guida all’interno del romanzo alternando sapientemente momenti di grande tensione e mistero. Il finale sembra chiarire tutti i dubbi ma…forse c’è dell’altro. L’autore potrebbe aver fornito una visione più profonda, che non si ferma alla soluzione dell’enigma. Ci racconta l’angoscia di una donna della fine degli anni ’60, proveniente da una famiglia “particolare”. La protagonista ha come unico obiettivo, quello di fare un figlio in una casa perfetta. Un obiettivo suo e della società che glielo richiede. Tutta la situazione che si crea intorno a lei, forse non è legata solo alla sfera del sovrannaturale ma assurge a simbolo di qualcosa che si può spezzare, anche in quelle vite in cui tutto sembra andare nel verso giusto, specie quando c’è di mezzo un figlio. Il modo in cui reagisce a quello che accade nelle ultimissime pagine, non fa che alimentare questa personale sensazione. Non vado oltre per non guastare la lettura.

rosemarys-babyUn ultimo dubbio bisognerebbe sciogliere: perché quella ragazza mi ha consigliato questo libro? Forse non conoscerò mai la risposta o forse sì, magari leggerà queste righe e deciderà di scrivermi dicendomi che non ho capito nulla dell’opera di Levin. Una cosa è certa, nelle librerie dell’usato non ci si annoia mai!

Daniele Forcella

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