Il nuovo libro di Stefano Bessoni e Nicola Lucchi narra la storia vera di un “tagliatore di teste” dall’animo nobile. La recensione di Emiliano Pedroni.
Leggendo “Memorie di un Boia che amava i fiori” degli autori Nicola Lucchi e Stefano Bessoni da subito vi apparirà incompatibile l’associazione boia e fiori. Mi sono chiesto: come può un boia avere un animo così delicato da amare i fiori? Quest’opera raccoglie la storia del carnefice Charles-Henri Sanson nato a Parigi nel 1739, il quale da piccolo però era emofobico. E’ una storia in cui, oltre alle teste, venivano decapitati anche i desideri, le aspirazioni, i sogni di Charles che aveva sin da fanciullo. Ed è stata proprio la famiglia a stroncare per prima i desideri di Charles. Il padre lo costringeva a subire una realtà esterna in modo frustante, un uomo incurante delle inclinazioni e aspirazioni del figlio. E la madre? La madre non ha colto e valorizzato le richieste di aiuto di Charles incapace anch’essa di capire i bisogni del figlio (Donald Winnicot, psicoanalista britannico, avrebbe parlato di “Falso Sé”).
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Nicola Lucchi ai testi e Stefano Bessoni ai disegni. Così nasce Memorie di un boia che amava i fiori, un libro illustrato che mescola i toni diretti e taglienti di una storia semplice ma efficace coniugata in dark comedy, con un’atmosfera macabra ma allo stesso tempo sopra le righe, davvero molto nelle corte di Bessoni che abbiamo più volte recensito per le sue opere illustrate da autore completo per Logos.
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Una graditissima sorpresa da parte degli amici di Crunched!
Nadia Caruso ha letto Krauss e ne parla nella sua recensione…
Ve ne proponiamo un estratto: “La nostra blatta fuochista grida sottovoce uno di quei messaggi che difficilmente possono essere dimenticati: l’arte ci ridà quella sensibilità che il cinismo della vita ci toglie giorno dopo giorno ma soprattutto ci rende capaci di vedere quanta bellezza ci sia nelle cose più inaspettate, quanta poesia possa celarsi in uno scarabeo e nella sua pallina di sterco che danzano nel pallido plenilunio.”
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