IL CUSTODE DEI CUORI di Romina Bramanti (Giovane Holden edizioni)

Continuano le mie chiacchierate con gli autori incontrati alla fiera del libro di Firenze. Oggi è il turno di Romina Bramanti autrice de “Il custode dei cuori”. Romina scrive da quando era bambina. Divoratrice di libri, appassionata di foto, amante dei gatti da sempre… Non potevamo non trovarci! Ha grinta da vendere e una fantasia che non conosce limiti. Il suo romanzo ha la capacità di trasportarti in mille mondi diversi, di spingerti ad approfondire emozioni e realtà non tangibili.

Romina, parlaci del Custode dei Cuori. Com’è nata questa storia e di cosa parla.

Un giorno, non tanto per caso, volevo scrivere una favola per una persona che l’avrebbe letta la mattina seguente. Così immaginai una ‘favola del buongiorno’. Qualcosa fuori dagli schemi classici: nessun finale scontato o banale (…e vissero felici e contenti, per capirsi), nessuna descrizione dei personaggi ma piuttosto un viaggio nei loro sentimenti. Quindi iniziai a scrivere la mia storia, proprio con C’era una volta come per ogni favola che si rispetti! Avevo talmente chiaro il viaggio di Cuor di Leone (il protagonista), che in un pomeriggio avevo scritto la sua storia e un pezzo della mia. Naturalmente non mandai la favola a nessuno e la chiusi, per così dire, in un cassetto. Dopo qualche mese, mi accorsi che il protagonista di quella favola, non aveva che iniziato il suo viaggio. Ripresi il tutto e, a distanza di circa due anni, avevo scritto di mondi lontani, percorsi di vita e tanti sentimenti.

Il Custode dei Cuori racconta di un susseguirsi di mondi bizzarri, ma non sempre lontani: micromondi senza tempo alla ricerca di un equilibrio. Sui mondi che incontriamo, si affrontano tematiche camuffate nelle varie storie. Gli argomenti toccati sono sempre attuali e trasversali come la violenza domestica, i rapporti di coppia, la diversità, l’amicizia, il sogno, la perdita e ovviamente l’Amore.

Il protagonista della storia si chiama Cuor di Leone. Abitante del Mondo delle Possibilità, un mondo che si trova nella Galassia del Vorrei, incastonata nell’Universo del Perditempo. Lui viene scelto per diventare un Guardiano (entità che si occupa degli abitanti dei vari mondi che gli vengono affidati usando solo estro e inventiva, non possiede nessun potere, ed è soggetto a prendere il ‘difetto’ del mondo su cui si trova, quindi il tempo di assegnazione al mondo stesso è limitato). Alla fine di un percorso interiore il protagonista è sottoposto ad un’evoluzione: diventa un Custode (entità libera dall’influenza del difetto del mondo, possiede anche altri poteri che scopriremo col tempo). Il nome del protagonista cambia come cambia l’importanza dello stesso. Da questo momento leggeremo le vicende di Sognatore, Custode dei Cuori. Sul suo nuovo percorso incontrerà tante anime piene di domande, occhi che cercano altri occhi, archetipi che si muovono sul palcoscenico delle loro vite. Aiutando gli altri, Sognatore aiuterà se stesso, in una evoluzione che lo porterà sempre più vicino alla sua méta.

Ne Il custode di cuori il linguaggio fiabesco è delicatamente mescolato a quello poetico. Quanto hanno influito nella tua formazione di scrittrice versi e favole?

Scrivo da quando ero bambina, nonostante mi venisse ripetuto, continuamente, che non ero capace di scrivere. Ma io, cocciuto leone, scrivevo. La poesia divenne, per me, un modo per esprimere, e descrivere, sentimenti ed emozioni. Le favole mi hanno sempre affascinato e incuriosito. Non mi stancano mai. Stuzzicano la mia fantasia, ispirano la mia creatività. Direi che, versi e favole, hanno influito e influiscono tuttora in quello che scrivo, ma senza vincolarmi aggressivamente. Sono, altresì, uno stimolo a cercare qualcosa di nuovo per potermi esprimere al meglio. Resta il fatto che, se mi avessero detto che un giorno avrei pubblicato una silloge non c’avrei creduto. Figuriamoci un romanzo. Ad oggi, mi sono ricreduta per entrambi. Fiera di cosa ho creato. Felice di avere riscontri sempre positivi. Posso comunque affermare che sulla mia formazione, oltre ai versi e alle favole, ha influito in modo importante anche la negazione di cosa potevo o non fare. Proprio così. Dirmi che non sapevo scrivere, mi ha permesso di diventare proprio una scrittrice. Sfidare dei limiti che mi venivano delineati, mi ha permesso di andare oltre. I limiti dobbiamo darceli da soli. Non lasciamo che altri ci dicano come o cosa siamo in grado di fare.

C’è una favola della tua infanzia che ti è rimasta dentro in modo particolare?

Il meraviglioso mago di Oz di Lyman Frank Baum. L’ho letto e riletto in vari momenti della mia vita, scoprendo ogni volta concetti nuovi. Trovo il testo ricco di significato. Amo i personaggi e le loro particolarità. La crescita di ognuno di loro fa in modo che il lettore si trovi di fronte ad uno specchio.
Difficile non innamorarsene.

Nel libro compaiono tanti mondi che rispecchiano quelli interiori, in positivo e in negativo: quello dell’apparenza, dell’inganno, il mondo del disinteressato, quello Corrotto e imperfetto, della possibilità. Raccontaci di questo viaggio particolare che riguarda il protagonista ma anche gli altri personaggi. Qual è il mondo che hai indagato più volentieri?

In principio il protagonista viaggia per mondi come Guardiano in una forma introspettiva, crescendo e evolvendosi. Divenuto Custode, può dedicarsi alla scoperta di nuovi mondi in un viaggio esplorativo che lo catapulta nella vita di nuovi personaggi. Ogni personaggio ha alle spalle una storia e si trova davanti una possibilità di evolvere. Ogni volta il protagonista escogita un nuovo modo di affrontare problematiche diverse ma attuali: problemi di coppia (Regina), violenza psicologica e abuso di potere (Sultano), bullismo/emarginazione/mobbing/prevaricazione (Elettra e la sua famiglia). Inoltre cerca una soluzione per affrontare difficoltà interiori quali: apparenza (Miss), rigidità (Venere Difettosa) e avidità di potere (Condottiero). Ogni mondo caratterizzato da una sfaccettatura del nostro essere in bene o in male. Dopo la conoscenza di questi personaggi chiave, si viene inghiottiti da un insieme di entità di contrasto che permettono un ulteriore crescita del protagonista ma anche di questi nuovi personaggi chiave. Quindi il viaggio sembra non avere mai fine.

Ho amato ogni mondo del quale ho descritto le caratteristiche, ogni sfaccettatura che accoglieva, ogni emozione che lasciava esplodere. Difficile dire quale sia quello di cui ho scritto più volentieri perché ognuno fa parte di un percorso pensato e riflettuto. Una sfaccettatura della realtà che si riflette nella fantasia. Non potrei nemmeno preferire un personaggio ad un altro. Dopo due anni di ‘convivenza’ ogni singolo personaggio mi si è affezionato quanto io a loro. Ma comunque tengo sempre presente che tutto ha avuto inizio con il Mondo delle Possibilità. Un mondo dove vengono raccolte tutte le possibilità, quindi senza un mondo con così tanti potenziali credo che il nostro Sognatore non avrebbe avuto modo di avere caratteristiche tali da evolvere e aiutare gli altri personaggi a crescere interiormente. Ed io non avrei avuto la possibilità di scrivere di lui o di nessun altro.

Il capitolo in cui compare il gatto Macchia è davvero delicato, molto toccante. Che rapporto hai con gli animali? Che valore aggiungono a quello che scrivi?

Abito in campagna. La mia casa è circondata da distese di prati, campi coltivati, frutteti e uliveti. Immersa nel verde a contatto con la natura 24h su 24. Abbiamo sempre avuti gatti. I quali mi hanno insegnato cosa significa: amore incondizionato. Ho avuto l’onore di prendermi cura di un passerotto, caduto dal nido troppo presto, che mi ha insegnato il vero significato di fiducia e libertà. Ho sempre avuto un rapporto molto speciale con gli animali, questi sono solo due piccoli esempi. Un rapporto fatto di fiducia, responsabilità, estremo rispetto ma soprattutto amore. Il capitolo che parla della mia adorata Macchia, è l’esempio lampante di quanto valore si aggiunga a quello che scrivo proprio grazie al rapporto che ho creato con lei nel corso della nostra convivenza. Ad oggi, quando rileggo quel capitolo, ancora vivida l’emozione che racchiudono le righe, mi arriva prepotente con un nodo alla gola, e i sentimenti si fanno sentire forti dentro il cuore.

La locanda del bisbiglio è un luogo speciale, uno dei tanti che troverete leggendo il libro. Mi ha fatto pensare a uno studio sospeso nel tempo e nello spazio dove si raccolgono le idee e si incontrano mondi lontani. Cosa esplorerai nel tuo prossimo libro?

Bisbigliando per non svelare troppo… Nel prossimo libro, sono nuovamente alle prese con sentimenti ed emozioni. Amori che nascono e finiscono. Evoluzioni e involuzione dei personaggi in contrasto con loro stessi. Nessun finale scontato. Praticamente una nuova favola del buongiorno!

La felicità va cercata che nessuno la dia per scontata. In che modo cerchi la tua felicità?

La felicità è: dedicarsi del tempo.
Gli oggetti ci danno una parvenza di felicità. I sentimenti e le emozioni rimangono dentro di noi e grazie ai ricordi, sono sempre presenti. Dedicarsi del tempo significa amare se stessi. Emozionarsi di qualcosa che è solamente nostro. Purtroppo, anche se sembra una banalità, non ci dedichiamo mai abbastanza tempo per accorgerci se stiamo bene o male, se possiamo migliorarci o semplicemente per crescere. Se stiamo bene con noi stessi, inevitabilmente staremo bene con gli altri. La mia felicità è cercare un sorriso fatto col cuore. E’ una goccia di pioggia, un soffio di vento, il profumo di un fiore appena sbocciato. Il pettirosso che ti osserva curioso, il miagolio d’un gatto, lo scodinzolio di un cane. Un coriandolo! Tutto quello che può arricchirmi, mi da felicità. Ma se non mi dedico del tempo, come posso sapere di cosa ho realmente bisogno?

Varla

 

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