KUROI LIBRI – CAMPO MARZIO di Emanuele Santi

Campo Marzio di Emanuele Santi (L’Asino d’oro edizioni)

Campo Marzio, per chi non lo sapesse, è uno dei rioni del centro storico di Roma. È anche il quartiere in cui vive il protagonista di questo libro: Stefano Barra, ragazzo di 14 anni che si appresta ad affrontare un periodo di enormi cambiamenti, due in particolare. Il passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori e dalla categoria “giovanissimi” a quella degli “allievi”. È il settembre del 1981 e come tanti ragazzi, Stefano è appassionato di calcio: gioca come libero nella Virtus Aurelia e la domenica pomeriggio non perde una partita dei suoi idoli in maglia giallorossa che sia allo stadio, alla radio o in tv.
Stefano Barra, numero 14 sulle spalle, dovrà conquistarsi un posto da titolare tra i nuovi compagni, più grandi, un allenatore diffidente, mentre a scuola si troverà a fare i conti con nuove materie, bulletti fascisti e la “sirena” Rita, dagli occhi irresistibili. E poi c’è casa, a Campo Marzio, casa che vuol dire famiglia e un rapporto con i genitori che si trasformerà ben presto nello scoglio più difficile da superare. Compagni di avventura del giovane Stefano, due compagni di squadra, l’amico di sempre Daniele Simonini e il portiere degli Allievi Marco Bonifaci.

Emanuele Santi, classe 1970, ci regala una splendida storia, con il suo stile inconfondibile fa immergere completamente il lettore negli anni ’80, nel contesto storico-politico-calcistico dell’epoca (chi ha letto la sua rubrica “calcio mancino” su Left, sa quanto sia bravo a relazionare questi aspetti) e ci regala degli scorci unici e mai banali della capitale, come solo un romano che ha vissuto quegli anni potrebbe fare. Qualsiasi ragazzo, vecchio o giovane, non può non immedesimarsi nella figura del protagonista, un eroe positivo che tutti avremmo voluto essere (o vorremmo essere), sia nella vita che in campo. La scelta del ruolo non è casuale, Stefano è un libero, una figura che nel calcio moderno non esiste più, il baluardo della difesa, un personaggio che deve saper difendere bene ma che sa anche ribaltare l’azione e attaccare. Il numero 14 dimostra di saperlo fare ogni giorno, dentro e fuori dal campo. Per questo è un romanzo che mi sento di consigliare non solo a chi è appassionato di calcio. L’autore, infatti, non si limita a parlare di “pallone” ma entra nei particolari, narra da vicino il rapporto di Stefano con gli amici, con l’altro sesso e con i genitori, in un’età così complicata quale è l’adolescenza e lo fa in maniera scorrevole, attraverso 35 capitoli che appassionano il lettore e lo tengono incollato alle pagine.

Daniele Forcella

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