VOGLIA DI CORRERE di Elio Forcella

Voglia di correre di Elio Forcella (Il Viandante Edizioni)

7122n2ckHWLUna strada, non l’unica 

Un percorso non prestabilito

Una corsa nel vento

Mario descrive con ironia gli episodi più significativi della sua vita, consegnando al lettore un prezioso affresco dell’Italia rurale che parte dalla seconda metà degli anni Cinquanta e termina alle soglie della contemporaneità e del disincanto.  In questo diario le immagini si susseguono velocemente, il racconto in prima persona e l’utilizzo di forme dialettali abruzzesi donano tangibilità a situazioni e volti. I ricordi iniziali riguardano i legami più profondi con i familiari… un’immagine su tutte quella del papà, costretto a vivere lontano da casa per lavorare in miniera. Poi ci sono i giochi con gli altri bambini, le corse a perdifiato per le strade o lungo il percorso della ferrovia. Le pagine volano e la narrazione lascia il posto agli abitanti del paese e alle loro bizzarrie. Mastro Vincé, Tabù, Toro Seduto, Peppenucce – solo per citarne alcuni – movimentano la fantasia di Mario che li ammanta di un’aura quasi mitica.

Quando l’infanzia sfuma, il mondo degli adulti cambia assetto e la visione di Mario si fa più chiara. Arriva la politica e cominciano le prime riunioni alla sede del partito. Mario ci va scortato dalla sua cagnolina Bellaciao, che un giorno si lancia in una corsa folle verso i campi, sfidando un molosso legato in un’aia. “Troppe volte noi uomini siamo simili a lui, ognuno con la propria catena al collo” viene da  pensare a Mario. “Una catena che ci soffoca continuamente e che nemmeno ci accorgiamo di avere. Una catena che ci fa correre dentro al recinto, ma che ci impedisce di saltare oltre.”

L’episodio può essere considerato il punto di svolta del racconto: il ragazzo da quel momento decide che ruolo avere nella società. Con la chitarra sulle spalle, le scarpe da tennis di tela, i jeans, la barba, i capelli lunghi e la maglietta con il Che, reinventa se stesso e si abbandona al sogno della Rivoluzione. Il ’68 approda anche nel suo paese che funge da filtro e barriera, che rappresenta una protezione e soprattutto una sfida continua. Nonostante le ambivalenze che lo circondano, Mario è pronto a lottare per costruire un mondo nuovo e lo fa con tutta la rabbia e la passione di un giovane idealista. Anche se non riuscirà a raggiungere l’obiettivo che si era prefissato, farà confluire le esperienze di quel periodo in una consapevolezza: quella di aver compreso se stesso e il vento che guida le sue scelte. La memoria viene scandita da una colonna sonora d’eccezione, che va da Bob Dylan a Lucio Dalla, dai Doors a Fabrizio De André; sicuramente è questa la parte del libro più ricca di aneddoti provocatori e animata da puro trasporto.

Nei capitoli finali del libro Mario intraprende un viaggio lontano da casa. Non arriva nel luogo desiderato ma la voglia di correre riaffiora. Insegue i ricordi e dona loro una forma nuova, sospesa tra realtà e sogno. Nel dialogo onirico con il padre, i due hanno finalmente la possibilità di confrontarsi e Mario, ormai uomo, sa che non dimenticherà mai i suoi sogni.

Quante strade deve percorrere un uomo prima che lo si possa chiamare uomo? La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento…

 

Varla Del Rio & Daniele Forcella

 

 

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