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Siamo felicissimi di presentare la copertina di “Yōkai, Spiriti Inquieti”, una antologia di racconti ispirati all’affascinante universo degli spiriti giapponesi, dove vi addentrerete in un dedalo magico di suggestioni ed emozioni che hanno come sfondo la grazia ed il seducente orrore delle fiabe e delle leggende dell’antico Giappone. Il volume sarà presentato al Salone del Libro di Torino e sarà prestissimo disponibile in pre-order sul nostro sito. Salutiamo e ringraziamo gli autori che hanno reso possibile questo splendido progetto, Marco Mancinelli, Olivia Balzar, Monica Serra e Valerio la Martire. La splendida copertina è opera di Claudia Ducalia e la prefazione dell’antologia è curata da Mauro Beato.
Benvenuti fra noi splendidi Yōkai!!!
In questa anteprima abbiamo raccolto le sinossi dei racconti. Potrete immergervi nelle atmosfere inquiete e oscure della nuova collana Bakemono dedicata ai fantasmi e alle storie gotiche.
Il volume debutterà ufficialmente al Salone del Libro di Torino ma potete trovarlo già in prevendita nel nostro store on line. Uscirà in cento copie numerate e chi acquisterà un volume riceverà una cartolina speciale raffigurante lo splendido artwork di Claudia.
IL GIARDINO DEI BAMBINI STORTI di Marco Mancinelli
Il giardino dei bambini storti è un’intensa fiaba dark, ispirata dalla creatura del folclore giapponese Yuki-onna, la donna delle nevi. È un meta racconto, in cui la narrazione si intreccia su se stessa e avvolge il lettore con le sue spire senza tempo, proiettandolo in un groviglio di storie sul cui sfondo si muovono bambini che sono come ricordi, promesse tradite, treni che non tornano più e lacrime che si perdono nelle tempeste. L’amore dona la vita, ma l’amore tradito non muore mai. E nel giardino dei bambini storti, quando arriva l’inverno, la signora delle nevi vi racconterà la sua storia di dolore.
LA CASA NASCONDE MA NON RUBA di Olivia Balzar
L’orrore può celarsi nelle situazioni più normali, nei luoghi più confortevoli e, a prima vista, sicuri. Può trovarsi in uno sguardo innocente, in uno scricchiolio costante, in un oggetto fuoriposto, in una scelta sbagliata. La giovane Indra, accettando di fare un favore ad un’amica, non avrebbe mai immaginato di trovarsi faccia a faccia con un orrore antico e ben radicato tra i muri di una casa da sogno.
DEMONE, MANGIA I MIEI SOGNI di Monica Serra
Lo scontro fra i Signori della guerra che insanguina le pianure giunge fino alla Dorsale. Yuki, sopravvissuta alla distruzione del suo villaggio, viene salvata dal potente Mori Okami che la porta via con sé per darle una nuova vita. Riuscirà il demone a cui la ragazza è stata affidata a proteggere il suo sonno dalle insidie di casa Mori?
LA RAGAZZA CON LE CATENE NEL QUADRO di Valerio la Martire
Un uomo varca la soglia di una dimora ai confini del tempo, non ricorda nulla di quello che gli è successo. Un Guardiano lo accoglie e lo guida attraverso le stanze abitate da strane creature, percorse da voci interne e inquietanti visioni. Lentamente i ricordi riaffiorano nella mente dell’uomo portandolo a rivivere uno spaventoso incidente…
Vi abbiamo incuriositi? Speriamo di sì! Nei prossimi giorni chiacchiereremo con gli autori dell’antologia… continuate a seguirci 🙂
Varla
Rosemary’s baby di Ira Levin
Sono entrato in possesso di questo libro in maniera del tutto inusuale, in quella terra di mezzo racchiusa tra la Prenestina e la Casilina, più esattamente in una piazza a poche decine di metri al confine con Centocelle. In questo posto si trovano: una chiesa dall’architettura di dubbio gusto, un’area pedonale dove molti ragazzini si ritrovano a giocare, un pompa di benzina e, alle estremità, due chioschi per giornali. Uno è più moderno ed è in effetti adibito alla vendita dei quotidiani, l’altro è situato all’altro capo della piazza, ed è più vecchio, riconoscibile dalla classica saracinesca in ferro. Mentre cerco il numero introvabile di un bel settimanale rosso, mi ritrovo di fronte a quella che credo l’ennesima tappa della mia ricerca. Senza osservare ciò che ho intorno, chiedo subito al proprietario il nome della rivista. Lui, con un sorriso colmo di imbarazzo, mi fa notare che mi trovo in una libreria. Dopo alcuni secondi di smarrimento, l’effetto libreria prende il sopravvento sulla piccola gaffe fatta e i miei occhi si tuffano tra i mille volumi stipati nel chiosco… in special modo sulla sezione dedicata all’usato. Scovare e comprare qualche bel libro a pochi euro è uno dei piaceri della vita. Mentre analizzo minuziosamente i volumi una voce alle mie spalle dice con un tono armonioso “Uuuh, Rosemary’s Baby!” Girandomi vedo una ragazza dai capelli rossi e con la pelle candida che mi porge il testo. “L’hai letto?” “No” “Hai visto il film?” “Neppure” rispondo automaticamente, colto di sorpresa. Dopo quel brevissimo scambio di battute, lascia cadere il libro tra le mie mani. Osservo la copertina viola e mi precipito a leggere la sinossi, anche se ho già deciso di acquistarlo. Richiudo le pagine che emanano un odore di libro usato ma non troppo vecchio e cerco la ragazza con lo sguardo. “A te è piaciu…” Se n’è andata. Mi rivolgo al proprietario della libreria.
“La ragazza?” Chiedo.
“Quale ragazza?” risponde immediatamente, lasciandosi scappare una risata dopo alcuni secondi.
“Simpatico, che fa, lavora per te?” lo provoco sorridendo. “Comunque lo prendo, anche se mi puzza di trovata pubblicitaria”
“No, no! Mai vista!” Aggiunge il volto del signore incorniciato da una quantità enorme di libri “Tie’, ti faccio pure lo sconto”
L’opera di Ira Levin è finita così tra le mie mani. Per quelli che hanno visto il film di Polansky, la trama non sarà una novità. La storia, raccontata dall’autore, è intrigante e avvincente. Il tranquillo trasloco di Guy e Rosemary Woodhouse nel cuore storico di Manhattan, bellissimo quartiere, vicini amorevoli, nonostante sul palazzo aleggino strane leggende. La narrazione si sposta sulla vita della coppia che sembra procedere nel migliore dei modi: un lavoro di successo per lui e un bambino in arrivo per lei. Degli strani avvenimenti fanno insorgere dei dubbi a Rosemary, cosa sono quei sogni angoscianti, gli insoliti dolori della gestazione e l’attenzione maniacale delle persone che la circondano? Sta lentamente impazzendo o Rosemary si trova davvero in pericolo? Ira Levin ci guida all’interno del romanzo alternando sapientemente momenti di grande tensione e mistero. Il finale sembra chiarire tutti i dubbi ma…forse c’è dell’altro. L’autore potrebbe aver fornito una visione più profonda, che non si ferma alla soluzione dell’enigma. Ci racconta l’angoscia di una donna della fine degli anni ’60, proveniente da una famiglia “particolare”. La protagonista ha come unico obiettivo, quello di fare un figlio in una casa perfetta. Un obiettivo suo e della società che glielo richiede. Tutta la situazione che si crea intorno a lei, forse non è legata solo alla sfera del sovrannaturale ma assurge a simbolo di qualcosa che si può spezzare, anche in quelle vite in cui tutto sembra andare nel verso giusto, specie quando c’è di mezzo un figlio. Il modo in cui reagisce a quello che accade nelle ultimissime pagine, non fa che alimentare questa personale sensazione. Non vado oltre per non guastare la lettura.
Un ultimo dubbio bisognerebbe sciogliere: perché quella ragazza mi ha consigliato questo libro? Forse non conoscerò mai la risposta o forse sì, magari leggerà queste righe e deciderà di scrivermi dicendomi che non ho capito nulla dell’opera di Levin. Una cosa è certa, nelle librerie dell’usato non ci si annoia mai!
Daniele Forcella
John Hughes parlava a una generazione dimenticata, ai figli trascurati, sapeva ascoltarli e trattarli con cura, ne prendeva le parti; e anche se la sua adolescenza non era stata così travagliata come quella dei protagonisti dei film, in qualche modo riusciva a comprendere la natura del loro malessere interiore cercando di trovare una soluzione, una via d’uscita.
Scopriamo come nasce l’idea alla base di questa opera, parlando direttamente con Cecilia Strazza, l’autrice:
Com’è nata l’idea di questo libro?
Ho conosciuto John Hughes molto tardi, durante i primi anni di Università. Non so perché ma il suo nome era ovunque: alcune delle mie serie tv preferite citavano spesso le battute dei suoi film così, spinta dalla curiosità, ho finalmente colmato questa grave mancanza. La prima visione di Breakfast Club fu incredibile. Da lì non ho mai smesso di osservare, studiare e approfondire, e date le poche (se non inesistenti) pubblicazioni italiane dedicate al cinema di Hughes, mi sembrava fosse arrivato il momento di scrivere qualcosa in merito, ed è stata la motivazione principale per la stesura di questo libro.
Hughes aveva un modo unico di raccontare i ragazzi, quali sono i punti di forza del suo cinema?
L’umorismo, la sensibilità e l’originalità. Ha saputo cogliere il fiore di un’età complicata e assolutamente imperfetta con dei film che non esiterei a definire patrimonio dell’umanità (o almeno di una parte di essa, quella più giovane). Era una voce fuori dal coro, spiritosa, intelligente e soprattutto seria e rigorosa nei confronti di chi non aveva mai ricevuto un trattamento del genere, gli adolescenti.
Il film di Hughes che secondo te rappresenta meglio tutto questo?
Difficile sceglierne uno, ma forse direi Una pazza giornata di vacanza, l’ultimo teen movie della sua carriera, è la quintessenza del cinema di John Hughes.
Quanto ha influito la sua scrittura e il suo modo di fare cinema nelle generazioni dei cineasti che lo hanno seguito?
Moltissimo. John Hughes ha coniato un modello di rappresentazione degli adolescenti che diversi registi contemporanei prendono costantemente ad esempio, soprattutto nella commedia americana. La lista di film è infinita, ma basti pensare a pellicole come Easy A con Emma Stone e il più recente The Edge of Seventeen.
Tra i nuovi registi c’è qualcuno che ha saputo raccogliere la sua eredità?
Mi piace pensare che non ci sarà un altro John Hughes o che il nuovo John Hughes debba ancora nascere. Nella scena indipendente americana ho intravisto dei nomi interessanti, anche se nessuno si è mai realmente avvicinato al suo cinema.
Il tuo personaggio preferito nella filmografia di Hughes.
Sono due in realtà: Allison di Breakfast Club e Cameron di Una pazza giornata di vacanza. Tragicomici, disperati e un po’ sfigati. Mi ricordano me durante il liceo.
Hughes è inscindibile dalle colonne sonore che hanno reso uniche i suoi film… che rapporto c’è tra pellicole e musica?
Tutti i film di John Hughes, specialmente quelli relativi alle tematiche teen, suonano come vecchi vinili. Dentro c’è la musica migliore degli anni Ottanta, l’espressione di quella rottura con il passato che equivale al suo modo di fare cinema.
L’ultimo libro che hai letto.
Neanche a farlo apposta, un romanzo che vede protagonisti dei ragazzi: Dio di illusioni di Donna Tartt.
L’ultimo film che hai visto.
Tramps. Tra le cose più belle che vi capiterà di vedere quest’anno.
La pellicola senza tempo che consiglieresti a tutti di vedere.
.Boyhood, di Richard Linklater. E’ un film che non invecchierà mai
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I protagonisti di queste storie si lasciano coinvolgere dagli eventi, dall’immaginazione, soprattutto dalla volontà di vivere fino in fondo quel magico periodo che non è più infanzia, non è ancora adolescenza, ma è una terra di mezzo dove l’impossibile diventa l’avventura della vita.
Scopriamo come nasce l’idea alla base di questa opera, parlando direttamente con Chiara Guida, l’autrice:
Com’è nata l’idea di questo libro?
Mi è stata offerta un’opportunità. L’argomento è venuto fuori in maniera naturale, nella vita ho avuto la fortuna di riuscire a trasformare la passione in professione, e anche in questo caso ho cercato di parlare in maniera professionale di quelle storie che mi hanno costruita come persona e come spettatrice.
Come hai scelto i film da analizzare?
Si tratta di capisaldi del cinema per ragazzi. C’erano molte alternative e lasciar fuori alcuni titoli è stato difficile, ma mi sono concentrata sulle pellicole che potessero aiutarmi a costruire un arco narrativo coerente con lo sviluppo del discorso del testo. Anche se la risposta più onesta sarebbe che ho scelto i film che amo di più.
Qual è il filo conduttore che li unisce?
Tutti i film raccontano il senso di avventura e meraviglia, la genuina inconsapevolezza di trovarsi di fronte a un momento della vita irripetibile che ci forma come individui. I film analizzati parlano tutti di ragazzini che colgono un’occasione, alle prese con un’avventura e sostenuti dal legame di amicizia. Tutti ci possiamo relazionare a questo tipo di esperienza, indipendentemente dall’avventura che si sceglie di intraprendere.
Che tipo di viaggio compiono i protagonisti di queste pellicole?
In tutti i casi si tratta di un viaggio anche fisico, ma come nel più classico dei romanzi di formazione, i protagonisti intraprendono anche un cammino che li porta alla scoperta dell’altro e di sé, a misurarsi con le proprie forze, a prepararsi le ossa per affrontare l’ingresso in quello spaventoso periodo che è l’adolescenza. Il viaggio in senso proprio diventa, in ogni caso, un’esperienza di vita che li segna e li guida verso il capitolo successivo della loro esistenza.
L’avventura che ti ha affascinato di più?
Per il tono disincantato e il valore profondo che attribuisce all’amicizia, potrei rispondere Stand By
Me, tuttavia ho un legame speciale con La Storia Infinita, che passa soprattutto attraverso lo straordinario romanzo di Ende.
Il regista che secondo te è stato in grado di raccontare meglio quegli anni.
Nel caso dell’argomento di cui ho parlato, la rappresentazione più pura dell’avventura a misura di ragazzino è quella che ci viene offerta da I Goonies, quindi probabilmente direi Richard Donner, anche perché con i suoi Superman e Arma Letale entra in pieno nella definizione di regista per il pubblico, in realtà però Spielberg è il più rappresentativo e universalmente riconosciuto. Ma gli ’80 sono così ricchi di personalità registiche fondamentali per il cinema che è difficile fare un solo nome.
Una pellicola recente che prosegue questo tipo di cinema reinterpretandone al meglio gli elementi visivi e narrativi.
Senza dubbio Super 8 di J.J. Abrams. Il film è un vero e proprio tributo a quel cinema per e di ragazzi, ma mantiene la sua autonomia nello sviluppo della storia e nell’utilizzo di mezzi ed espedienti moderni, nonostante l’ambientazione. Poi ovviamente c’è la serie tv Netflix Stranger Things, che rappresenta il culmine del “discorso nostalgia” che porto avanti nel libro.
L’ultimo libro che hai letto.
La meccanica del cuore di Mathias Malzieu.
L’ultimo film che hai visto.
Guardiani della Galassia Vol. 2 di James Gunn.
La pellicola senza tempo che consiglieresti di vedere a tutti.
Vertigo – La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.
Heroes sarà prenotabile sul nostro sito da venerdì 5 maggio. Chi acquisterà il libro in preorder avrà il diritto allo sconto del 15% sul prezzo di copertina! Approfittate della promozione!!!
Noi torniamo giovedì con l’intervista a Cecilia, parleremo di John Hughes e dei teen movies.
Varla